[Intevista] #5 All'autrice Alessandra Redaelli
Buongiorno Pausalettori, oggi sono felicissima di pubblicare l'intervista fatta ad Alessandra Redaelli .Ringrazio Alessandra per la sua disponibilità a dedicarmi qualche minuto del tuo tempo. Il suo libro mi ha colpito tantissimo e credo che in ognuna di noi ci sia un po' di Martina…la protagonista del libro Arte , amore e altri guai che vi consiglio. (Leggi la mia recensione qui)
INTERVISTA:
Alessandra, da
dove nasce l’idea di scrivere Arte , amore ed altri guai?
La storia di
Martina mi girava per la testa già da un pezzo. Prima di dedicarmi
quasi esclusivamente alla critica d’arte e alla curatela di mostre,
infatti, ho lavorato per diversi anni dentro la redazione di una
rivista specializzata in arte contemporanea, proprio come Martina, e
devo dire che è stato uno dei periodi più ricchi di stimoli e più
divertenti della mia vita. Avevo i figli piccoli, correvo come una
matta, ma era il mio spazio. E che spazio! Gli artisti sono davvero
pittoreschi (credetemi: le descrizioni che ne faccio nel romanzo non
si discostano tanto dalla realtà) e anche gli addetti ai lavori non
scherzano. Il personaggio di Pitbull – il terribile ma in fondo
delizioso caporedattore di Art & Style – è ispirato al mio
caporedattore storico.
Questo libro è
un inno alla donna e alla sua capacità di trovare sempre il modo di
rialzarsi, cosa volevi trasmettere al lettore attraverso il
personaggio di Martina?
Prima di tutto
vorrei che il lettore – soprattutto il lettore uomo – entrasse un
po’ di più nella testa femminile e comprendesse come spesso la
sovrapposizione di troppi ruoli renda davvero complicata oggi la vita
della donna. Abbiamo un’ansia da prestazione perenne, un bisogno
costante di dimostrare che noi siamo le migliori in tutto. E questo
perché viviamo in un mondo che è ancora costruito a misura d’uomo
(nel senso: di maschio). Uno dei complimenti più belli che ho
ricevuto è stato il commento di un lettore uomo, che su Amazon ha
scritto dei “troppi problemi” delle donne e di come questo
romanzo in qualche modo dia modo di comprendere quello che le donne
pensano… ecco, questo è già un passo avanti.
Martina è un
personaggio femminile che rispecchia molto la realtà , come la
pensi in merito alla figura della donna (mamma, moglie, lavoratrice)
nella società di oggi ?
Penso che ci sia
richiesto troppo. Però penso anche che in qualche modo noi siamo
complici di questa situazione. E lo spiega bene Martina quando –
intervistata da un quotidiano – si lascia andare a una filippica
sul “sexually correct”. E’ verissimo, come scrivevo prima, che
il mondo è ancora a misura di maschio. Ma è anche vero che noi a
certi meccanismi competitivi (la mamma più brava, la torta più
buona, la manager più in gamba, il sedere più sodo… possibilmente
tutti riuniti nella stessa persona) dovremmo avere il coraggio di
sottrarci. Di rispondere con uno sberleffo. Cercando magari la forza
in quella cosa meravigliosa – e ultimamente troppo spesso
dimenticata – che è la complicità femminile. Quella cosa preziosa
che nel romanzo è personificata da Soledad. Soledad è la fusione di
alcune delle mie amiche migliori. Sono molto fortunata.
Il personaggio
di Martina ti rispecchia in qualche modo?
Sì. Anch’io
lavoro nel giornalismo e nell’arte, anch’io ho due figli, anch’io
mi barcameno tra mille impegni e anch’io ho la fortuna di riuscire
spesso a smorzare la tensione con una battuta. Diciamo che lei è
l’estremizzazione di alcune mie emozioni. Ma certamente questo non
è un romanzo autobiografico! Mio marito è un bravo ragazzo (oddio…
almeno spero) e la mia mamma è dolce e amorosa: non una castrante
mangiatrice di uomini, grazie al cielo.
Nel libro ci
sono personaggi molto bizzarri legati soprattutto al mondo dell’arte.
Secondo te l’arte è una forma di amore?
Assolutamente sì:
una passione devastante. Chi fa arte – e di artisti ne conosco un
bel po’ – è appassionato, emotivo, irrazionale, autentico… Per
questo credo che fare la curatrice sia il lavoro più bello del mondo
(secondo solo alla scrittura, direi), perché hai sempre a che fare
con persone che nella loro attività mettono cuore, carne e sangue.
Persone con cui ho creato rapporti bellissimi e che per il mio
equilibrio sono fondamentali.
Ha
un’importanza rilevante l’arte nella tua vita?
Sì, trovo che
l’arte sia una di quelle passioni che crescono dentro e che ti
arricchiscono ogni giorno. Oltre a scrivere i testi per i cataloghi
delle mostre che curo – e oltre al lato prettamente giornalistico
del mio lavoro – ho scritto per Newton Compton anche due saggi
sull’arte: Keep Calm e impara a capire l’arte, nel 2015, e I
segreti dell’arte moderna e contemporanea, nel 2016. Saggi seri,
documentati, ma scritti con lo spirito ironico e la leggerezza che si
trova anche nel romanzo (diciamo che potrebbe averli scritti
Martina…). Lavorandoci mi sono resa conto di quanto ogni giorno ci
sia da imparare, e di come ogni cosa che impari ti porti a incontrare
nuove emozioni: nuove mostre da vedere, nuovi artisti da scoprire.
Come una valanga, che non stanca e non delude mai.
Il libro viene
raccontato in chiave ironica . Pensi che la vita vada presa con il
sorriso?
Si, e’ l’unica
maniera per salvarsi. Il sorriso a volte parte dal viso, da uno
sforzo su di sé. Ma poi, se uno ci crede, arriva al cuore. Non
bisogna mai prendersi troppo sul serio.
Ci sarà un
seguito ad Arte, amore ed altri guai?
Mi piacerebbe. E
ci sono diversi lettori che me lo chiedono.
Mentre scrivevo Arte, amore e altri guai la trama ha preso vie sue che non mi aspettavo e i personaggi hanno preso decisioni autonome… lo so che è difficile crederci: ma a un certo punto avevano acquisito una sorta di autonomia psicologica per cui succedevano cose impreviste come se davvero le avessero decise loro. Il finale è stato inaspettato anche per me, in un certo senso. E anch’io vorrei capire che cosa farà Martina. Come continueranno la loro vita Ananda e Nirvana. E Cesare? Di lui mi sono innamorata (doveva capitare anche a me, prima o poi, di innamorarmi di un mascalzone…), sono arrivata al punto che avevo l’impressione di vederlo per le vie di Milano… Però non so. A volte mi viene il dubbio che un seguito possa tradire la freschezza e la spontaneità… Devo rifletterci su.
Mentre scrivevo Arte, amore e altri guai la trama ha preso vie sue che non mi aspettavo e i personaggi hanno preso decisioni autonome… lo so che è difficile crederci: ma a un certo punto avevano acquisito una sorta di autonomia psicologica per cui succedevano cose impreviste come se davvero le avessero decise loro. Il finale è stato inaspettato anche per me, in un certo senso. E anch’io vorrei capire che cosa farà Martina. Come continueranno la loro vita Ananda e Nirvana. E Cesare? Di lui mi sono innamorata (doveva capitare anche a me, prima o poi, di innamorarmi di un mascalzone…), sono arrivata al punto che avevo l’impressione di vederlo per le vie di Milano… Però non so. A volte mi viene il dubbio che un seguito possa tradire la freschezza e la spontaneità… Devo rifletterci su.
Chiederò
consiglio a Soledad…
Cari Pausalettori vi abbiamo incuriosito? Non vi resta che leggere la storia...
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